giovedì, settembre 14, 2006

Sabato 9 settembre 2006. Mosca-Petropavlovsk Kamchatski

Riecco la splendida Irina con il suo pulmino per Sheremetievo voli interni. Sabato è giorno di transumanza per i moscoviti che vanno alla dacia fuori città e il viaggio per l'aeroporto dura una buona mezz'ora in più, come il ritorno Ostia-Roma la domenica pomeriggio. Qui ci lascia per correre ai voli internazionali a ricevere altri delegati al convegno. Ciao: ci si rivede in Kamchatka.
Sheremetievo voli interni ospita una fila gigante di viaggiatori in attesa del controllo anti-terrorismo (anche la Russia ha i suoi problemi...), in una struttura non più grande di Capodichino. Facciamo la fila con pazienza ma, al nostro turno, ci viene detto che il controllo per il nostro volo comincia fra un'ora, per cui torniamo al bar a scrivere cartoline.
Vedo poi un banchetto che promette accesso veloce per chi non ha bagaglio da spedire. È vero? Confermano, ci pesano i bagagli e ci rimettiamo in fila, questa volta veloce. Non abbiamo con noi armi di distruzione di massa tipo limette per le unghie o forbicine, per cui anche il resto dei controlli fila veloce. La sala d'attesa interna è stracolma: un solo volo al giorno per quella destinazione fa sì che la Compagnia viaggi sempre a pieno carico. Ma dove la metteranno tutta questa gente?
Ecco dove: non è un Tupolev ma un Iliuscin l'aereo che ci porterà ai confini del mondo. È grande, del tipo transoceanico, e spazioso, con posto per le gambe e molta aria sopra la testa. Un sogno rispetto a quando s'è volato British per l'Australia o Swiss per l'Argentina dove ti ritrovi all'arrivo con le gambe formicolanti per la costrizione e impossibilitato a dormire se non rigorosamente seduto... 9 ore di volo passano abbastanza in fretta e anche il nutrimento non è male.

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