martedì, settembre 12, 2006

Giovedi' 7 settembre 2006. Roma-Mosca

12,40 partenza da Fiumicino, con Canon digitale acquistata in fretta in aereoporto. 3 ore e mezza di Tupolev 154 (quelli che stanno cadendo in Siberia) e poi Sheremetievo dove una bellissima bielorussa, Irina Gaishun, ci attende con autista di pulmino porta-chissaché, destinazione Ismailovo, fuori città, un'ora di traffico in superstrada che serpeggia tra centrali nucleari. Grazie Irina, ci si rivede sabato, quando tornerà a riprenderci con il medesimo pulmino per condurci all'aereoporto. Anche Irina verrà in Kamchatka ma non insieme con noi.

Ismailovo è, in pratica, una città-albergo: ce ne sono almeno 6, tutti altissimi e tutti con il medesimo nome, distinti da una lettera greca. Primo scontro con la burocrazia e con la calma russa, con attesa di più di mezz'ora per sentirsi dire che non era questo il nostro albergo, ma poi troviamo la via giusta e una receptionist che parla inglese; il mio russo è tanto arruginito che è meglio fare la figura del turista deficiente.


Sono già le 20 (a Roma le 18) e si va a cena. Intorno alla città-albergo pullulano i locali da "casino" (nel senso di gioco d'azzardo) in un tutt'uno con farmacie aperte 24/24 e negozi di alimentari 24/24 (ma la vodka solo fino alle 23) e fast food con shwarma, tutti 24/24.
Buona cena in un ristorante che si chiama Albatros dove i camerieri sono vestiti alla marinara, della marineria russa, naturalmente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ed eccoci, anche voi in viaggio!!!
Vai col russo, mi raccomando, scommetto che alla fine lo parlerai benisimo!

Ciao a entrambe